L’articolo 6 del Decreto Economia riscrive, per il solo anno 2025, la disciplina del bonus mamme 2025 previsto dalla legge di Bilancio 2025 .
Contestualmente si aumenta la dote destinata all’intervento: ai 300 milioni di euro stanziati dalla legge di Bilancio 2025, sono aggiunti ulteriori 180 milioni, per un totale di 480 milioni euro.
Secondo la nuova disposizione, il bonus spetta alle lavoratrici madri dipendenti (con esclusione dei rapporti di lavoro domestico) e alle lavoratrici madri autonome iscritte a gestioni previdenziali obbligatorie autonome, comprese le casse di previdenza professionali (di cui al D.lgs. n. 509/1994 e al D.lgs. n. 103/1996) e la gestione separata (di cui all’articolo 2, comma 26, della legge n. 335/1995):
- con due figli e titolari di reddito da lavoro non superiore a 40.000 euro su base annua;
- con più di due figli, titolari di reddito da lavoro non superiore a 40.000 euro su base annua, a condizione che il reddito da lavoro non consegua da attività di lavoro dipendente a tempo indeterminato.
Con il nuovo regime valido per il 2025 cambia la modalità di erogazione del bonus: mentre nella precedente versione l’agevolazione era sotto forma di parziale esonero contributivo della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti, a carico del lavoratore, in base alla nuova disciplina l’agevolazione consiste in un contributo pari a 40 euro mensili per ogni mese o frazione di mese di vigenza del rapporto di lavoro o dell’attività di lavoro autonomo, riconosciuto dall’INPS.
Il bonus sarà totalmente esente da contributi previdenziali e fiscali e sarà riconosciuto: - per le lavoratrici madri con due figli: fino al mese del compimento del decimo anno da parte del secondo figlio;
- per le lavoratrici madri con almeno tre figli: fino al compimento del diciottesimo anno del figlio più piccolo.
Dal 2026, si tornerà all’esonero contributivo parziale previsto dalla legge di Bilancio 2025 (articolo 1, comma 219, legge n. 207/2024).
Fonte : Ipsoa